La serie CB bialbero è un gruppo di motociclette prodotte in varie cilindrate dalla casa motociclistica giapponese Honda dal 1979 al 1983.
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Honda CB bialbero | |
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Costruttore | ![]() |
Tipo | Stradale |
Produzione | dal 1979 al 1983 |
Sostituisce la | Honda CB 750 Four |
Sostituita da | Honda VF |
Modelli simili | Kawasaki Z Suzuki GSX |
Manuale |
Alla fine degli anni settanta la Honda, anche perché incalzata dalla concorrenza che ha messo sul mercato moto pluricilindriche di prestazioni e cubature superiori a quelle che il vecchio monoalbero poteva garantire, introduce sul mercato le nuove CB con motori 750, 900 e 1100 cm³, a doppio asse a camme in testa, 16 valvole. Si tratta di moto più robuste e dall'estetica indovinata, e con esse finisce l'era della serie monoalbero dove aveva dominato la CB 750 Four,
Nel 1978 viene presentata al salone di Colonia la nuova CB750 K che è dotata del nuovo propulsore di prestazioni superiori ma con estetica e soluzioni ciclistiche che non convincono. La linea è tondeggiante, vengono riproposte le 4 marmitte separate e al posteriore c'è un freno a tamburo, mentre l'ultima serie della CB monoalbero, la SuperSport poteva vantare una terna di freni a disco. L'impronta è chiaramente più turistica che sportiva, il serbatoio panciuto e il manubrio rialzato ne danno una conferma. Una volta in sella però le cose non sono proprio come sembrano, alcune vibrazioni si fanno sentire ad alcuni regimi critici, ma il nuovo motore ha un'indole spiccatamente sportiva con potenza massima dichiarata di 80CV a 9000 rpm, e incline a salire rapido di giri essendo un motore "quadro" (62x62 mm) e con 4 valvole per cilindro.
L'esperienza fatta con la CBX1000 a 6 cilindri sulle camere di scoppio a tetto e i nuovi carburatori Keihin a depressione da 30 mm assicurano una erogazione regolare a tutti i regimi.
La CB750 K prende quindi il posto della CB750 Super Sport che disponeva del motore 4 cilindri in linea 8 valvole monoalbero ultima versione.
Viene presentata agli inizi del 1979 la CB900 F-B che riporta orgogliosamente sulle fiancatine la scritta Bol d'Or a ricordare la nobile discendenza dal modello da competizione.
L'incremento di cilindrata è ottenuto dal 750 cm³ passando alle misure di alesaggio e corsa di 64,5x69 mm per complessivi 901,8 cm³. Il blocco risulta così più stretto del CBX di 14 cm, si è infatti preferita una corsa lunga per contenere gli ingombri trasversali ma utilizzando allo stesso tempo l'alesaggio di 64,5 mm del CBX 1000 6 cilindri e quindi facendo tesoro dell'esperienza sulla fluidodinamica fatte per quel modello.
La CB900 F ha un'indole più sportiva della 750 K, lo stile è più moderno e le linee sono ancora oggi piacevoli. Inizialmente i colori proposti furono il rosso, il grigio metallizzato ed il blu elettrico. La posizione in sella è adatta a piloti mediamente più alti ma non è assolutamente faticosa. I comandi e la componentistica derivano dal CBX e quindi di qualità elevata.
Come riscontrato anche dai tester nelle prove dell'epoca, è subito evidente nella 900F una risposta brusca all'apertura dell'acceleratore, dopo le staccate e da fermo. Come comfort si riscontra un miglioramento delle vibrazioni che si avvertano solo tra i 3000 e i 4000 rpm su sella e pedane. Il telaio si dimostra abbastanza rigido e, regolati al meglio gli ammortizzatori (settabili nel precarico molla e freno idraulico in estensione e compressione) le oscillazioni ad alte velocità si riducono al minimo. Rispetto alla 750 l'avancorsa diminuisce a 115 mm e l'interasse aumenta di 5 mm, mentre rimane invariata l'inclinazione del canotto di sterzo (27'30'). Il peso scende a 232 kg a vantaggio della guidabilità, mentre le gomme mantengono la stessa misura 3.25"-19 all'anteriore e 4.00"-18 al posteriore. L'impianto frenante è uguale a quello del CBX1000 con dischi da 276 mm mentre al posteriore si riadatta il disco, in questo caso da 295 mm e spessore da 7 mm.
Nel febbraio 1980 La 750 riceve un sostanzioso ammodernamente diventando CB750F, affiancando per breve tempo la versione K con un prezzo leggermente maggiore.
È modificato l'impianto di scarico che dispone ora di due soli silenziatori, innalzata la potenza di un paio di CV portandola a 79CV. L'impianto frenante è costituito da dischi da 276 mm sull'anteriore come al posteriore, con nuova pompa e nuove pinze all'avantreno. Cresce leggermente l'interasse, ora a 1520 mm, ma cala a 112 mm l'avancorsa per consentire maggior maneggevolezza rispetto alla 900F. Il manubrio è più raccolto rispetto alla K ma meno sportivo della 900 assicurando un buon comfort sulle lunghe percorrenze. I 9 km/h di incremento sulla velocità massima completano il quadro.
All'inizio del 1982, la CB750 viene proposta in versione F2 carenata, guadagnando le nuove pinze a doppio pistoncino e la nuova strumentazione.
Sulle onde dell'entusiasmo per l'ottima riuscita della nuova gamma a 4 cilindri di grossa cubatura, la Honda continua in questo senso e:
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