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La Honda VFR è una motocicletta stradale prodotta dalla casa motociclistica giapponese Honda dal 1986 dopo essere stata presentata ufficialmente l'anno precedente.

Honda VFR
Costruttore Honda
TipoStradale
Produzionedal 1986
Sostituisce laHonda VF

Il contesto


Motore a doppia frizione della 1200
Motore a doppia frizione della 1200

La moto è una stradale carenata per uso sportivo e turistico, dotata di soluzioni non usuali. La VFR si contraddistingue, da quando è stata progettata, per l'adozione dell'architettura a V del motore, un 4 cilindri a V di 90°.


1986-1990


Sul finire del 1985, la moto venne presentata nella cilindrata da 750 cm³ come un'evoluzione della VF750, nonostante non fosse una sua diretta discendente. Già al momento della sua comparsa, il modello aveva un'impronta allo stesso momento Sportiva e Turistica insieme, inaugurando (di fatto) un segmento di nicchia, le Sport Tourer.

I suoi elementi di spicco che ne caratterizzavano il modello erano, in particolare:

Le potenza dichiarata era di 105 CV e venne posta in vendita in Italia a partire dal 1986 al prezzo di 11.000.000 di Lire

Questo modello, sul quale erano montati semimanubri alti, garantiva una migliore posizione di guida (più comoda) per il conducente, mentre non si poteva dire lo stesso anche per il passeggero; un ottimo comfort di marcia, poche vibrazioni, facilità di guida; a questo si contrapponeva un eccessivo calore sprigionato dal motore (cosa che si protrarrà per tutte le serie successive), consumi piuttosto elevati sia in fatto di carburante (gli americani avevano ribattezzato la VFR come ironica sigla di Very Frequent Refueling, "rifornimento molto frequente") che di pneumatici (Dunlop) di serie.

Nel 1988, il modello subiva alcune modifiche da parte della casa, delle quali, le più visibili furono:

Alla ciclistica, invece, ci sono stati gli interventi più massicci:


1990 - 1994


Il 1990 vede nascere il nuovo modello (caratterizzato dalla sigla di fabbrica RC36), che si presentava al pubblico con modifiche consistenti, sia esteticamente che meccanicamente. In primo luogo, viene limitata la potenza della moto a 100 CV, per anticipare la decisione di adozione di una proposta di legge (tra l'altro poi approvata in Francia) che imponeva di adottare un simile accorgimento per motivi legati alla sicurezza.

Il modello si presentava con una carenatura completamente avvolgente e con una posizione di guida migliorata anche per il passeggero. La forcella anteriore perde le regolazioni idrauliche, mentre permane il problema dell'eccessivo riscaldamento del motore, unitamente al consumo di carburante elevato, nonostante l'abbassamento di potenza. Il prezzo di vendita in Italia è di 14.500.000 Lire

Nel 1992 viene introdotta la regolazione del precarico per la forcella, unitamente ad un nuovo monoammortizzatore regolabile in estensione, mentre vi sono modifiche ai cerchi (verniciati di grigio) e sensibili modifiche a coperchi, involucri, carter e coppa dell'olio. Inoltre varia il volume del terminale di scarico.

Essendo stati modificati i pistoni, il motore riguadagna potenza, attestandosi a 102 CV. Il prezzo di vendita passa a 15.500.000 Lire.

VFR 750 F RC36
VFR 750 F RC36

1994 - 1998


Nel 1992, la Honda aveva presentato la NR 750, dotata di innovative soluzioni tecniche ed estetiche, a partire dal motore a pistoni ovali, ad un doppio gruppo ottico anteriore e alle prese d'aria di tipo NACA alle fiancata; soluzioni, queste, a cui la casa si ispirerà per l'edizione 1994-1998 della VFR.

Con l'uscita della seconda serie RC36, la VFR si presenta con la carenatura molto più avvolgente (peggiorando di fatto il coefficiente aerodinamico), con i fanali anteriori e le prese d'aria derivate direttamente dalla NR, mentre il motore viene associato a carburatori del tipo a valvola piatta; lo scarico viene ridimensionato per ridurre la rumorosità, ma questo genera anche una sorta di "affogamento" del motore. Il quadro strumenti vede l'adozione dell'elettronica, unitamente alla spia della riserva che sostituisce il classico rubinetto della benzina.

La ciclistica rimane pressoché identica al modello precedente, a parte l'adozione delle protezioni per gli steli da 41 mm e il cerchio posteriore (sempre montato su monobraccio) a 5 razze; anche il telaio è leggermente differente, maggiormente nella zona posteriore, per contenerne i pesi.

I consumi vedono ora una piccola tendenza al ribasso; vista un'ulteriore riduzione della rumorosità, si nota una riduzione delle prestazioni agli alti regimi. La coppia motrice ai medi regimi è sostanziosa, ma, quando ci si avvicina alla zona "rossa", perde smalto. A questo si aggiunge una certa irregolarità ai bassi, mentre vi è una maggior prontezza di risposta dei carburatori a valvola piatta solo oltre i 4000 giri. Per il resto il motore conferma la sua solidità e resistenza, anche in condizioni di sforzo.

Il prezzo di vendita in Italia era di 18.000.000 Lire


1998 - 2001


Con le nuove direttive antiinquimento la Honda decide di cambiare strada, adottando l'iniezione elettronica in luogo dei carburatori, introducendo un modello completamente nuovo sia meccanicamente che esteticamente.

In primo luogo, visto che la concorrenza (a parte Suzuki e Kawasaki) aveva abbandonato i 750 cm³ come cilindrata per veicoli turistici, la Honda decide di portare la cilindrata del motore a 780 cm³, dotandolo di un sofisticato sistema di iniezione, di un nuovo telaio e di un innovativo sistema di frenata: il Dual-CBS.

Il telaio non arriva più al forcellone ma, come sulla VTR, viene direttamente infulcrato sul motore. Il risultato si traduce in una differente e maggiore rigidità torsionale, unitamente ad una diminuzione del peso del mezzo. Il passo si accorcia di 30 mm, mentre l'inclinazione del cannotto passa a 25.5°, cosa che migliora in generale la moto, rendendola anche più agile e reattiva.

Il sistema di raffreddamento è costituito da due radiatori maggiorati posti sulle fiancate, mentre la potenza sale oltre i 100 cv, rendendo la moto più sobria e veloce, con la sola eccezione del vuoto di potenza sui 5000 giri. Sempre costantemente alti i consumi e l'eccessivo calore sprigionato nell'utilizzo a bassa velocità; a questo, si sono aggiunti problemi con il termostato ed il raddrizzatore di tensione che soffrivano di rotture.

Nel 2000, la casa decide di montare il catalizzatore, unitamente ad un sistema di starter automatico, vista anche la necessità di adattare i modelli alle normative antinquinamento; il sistema consiste in una sonda lambda con ritaratura della centralina di controllo. Il sistema, denominato HECS3 (Honda Evolutional Catalyzer System) consente di mantenere inalterata la potenza, riuscendo a ridurre sensibilmente i consumi, anche se il calore emanato del motore si fa sentire molto di più. Lo starter automatico favorisce un rapido riscaldamento del motore, riducendo di fatto anche il tempo di arrivo a temperatura di esercizio del catalizzatore stesso. Il prezzo di vendita in Italia era di 20.500.000 Lire


2001 - 2010


VFR V-Tec RC46 II
VFR V-Tec RC46 II

Nel 2001, la Honda presenta il nuovo modello, sigla di fabbrica RC 46, che propone una rivoluzione totale della moto, introducendo nuovi accorgimenti tecnici ed estetici che le fanno fare un notevole passo avanti, ma contemporaneamente anche un passo indietro.

Con la nuova versione, viene introdotto (prima volta in assoluto su una motocicletta), l'innovativo sistema VTEC di controllo dell'alimentazione; il sistema, sviluppato da Honda, migliora l'efficienza volumetrica di un motore a combustione interna a quattro tempi, utilizzando due alberi a camme e profili a selezione elettronica e consiste in 8 valvole d'aspirazione che rimangono chiuse fino a una soglia di 7.000 giri al minuto (per la versione 2002-2005) o 6.600 giri (2006-2009); superato tale limite le altre valvole si aprono grazie al bloccaggio delle camme tramite un perno attuato da olio in pressione.

L'utilizzo delle valvole rimane immutato come nell'industria automobilistica VTEC-E, con un incremento della potenza, ma che è prodotta con una curva di coppia non graduale, infatti i critici sostengono che il VTEC aggiunge poco valore alla VFR, mentre il motore cresce di complessità, invece la preoccupazione dei guidatori è del fatto che il VTEC si potrebbe attivare nel bel mezzo di una piega, potendo potenzialmente sconvolgere la stabilità e la risposta al comando del gas.

Questo sistema consente di avere una costante regolarità ai bassi regimi in configurazione 8 valvole, mentre, nella configurazione 16 valvole, il motore respira meglio e scarica tutta la sua potenza. In pratica è come avere 2 motori in uno, con un effetto "turbina" avvertibile alla soglia dei 6.600 - 7.000 giri.

A questa innovazione tecnica, ne consegue una relativa alla distribuzione che, dopo 16 anni, perde la famosa cascata di ingranaggi (segno distintivo del progetto VFR) per far posto ad una più tradizionale catena di distribuzione mantenuta in tensione da dispositivi automatici di ripresa del gioco.

Viene modificata l'angolatura tra le valvole, portata a 24.5° (più stretto della versione precedente), mentre vengono introdotte della candele con punta ad iridio e bobina incorporata nella pipetta.

Esteticamente, la moto si presenta più morbida nelle linee e snellita nell'insieme. Tutto il disegno riprende la corrente stilistica denominato "V-Style", che si denota dai fari anteriori, dalle ampie prese d'aria laterali (con i radiatori in bella mostra) e dagli scarichi posteriori (posizionati sotto la coda), tutti realizzati seguendo un'impronta stilistica a V.

Anche la plancia strumenti è nuova, abbandonando quasi del tutto gli strumenti analogici per far posto a dei più pratici e stilisticamente gradevoli strumenti digitali; solo il contagiri è analogico ed è posizionato in bella mostra al centro del quadro.

Rispetto al modello precedente, sembra del tutto risolto il problema (noto in passato alle VFR) al regolatore di tensione, mentre stavolta, a dare filo da torcere, sembra esserci l'alternatore. Inoltre, per la prima serie 2002-2003, si è palesato anche un problema ai tendicatena della distribuzione, i quali, in molti casi, si sono dovuti sostituire già intorno ai 35.000 km; in alcuni casi, è stato necessario anche cambiare completamente la catena di distribuzione.

La moto viene commercializzata a partire dal 2002 al prezzo di vendita: a partire da 11.700 euro (versione senza ABS) ai 13.000 euro (versione con ABS). Si conta che, di questa serie, ne siano stati vendute oltre 7000 esemplari


Dual CBS


Il Dual-CBS (Dual Combined Brakes System - Sistema Combinato di Frenata Duale), che è derivato direttamente dalla sorella maggiore CBR-1100XX, è costituito da 3 dischi, con pinze flottanti a 3 pistoncini; il sistema, in origine prevede l'azionamento combinato e contemporaneo di tutti i dischi a qualsiasi comando, sia esso la leva al manubrio o il pedale. La leva al manubrio comanda i 2 pistoncini esterni dei due dischi anteriori e quello interno della pinza posteriore, mentre la leva freno comanda i 2 pistoncini esterni della pinza posteriore e quelli interni delle pinze anteriori.

Con l'azionamento della leva al manubrio, più questa frena l'anteriore, più frena anche il posteriore; col il pedale, invece, azionando i pistoncini anteriori centrali, si rende la frenata molto più omogenea (adatta anche a persone meno esperte).

Anche sul modello VTEC, vi è la presenza di questo impianto frenante, questo viene modificato ulteriormente nel funzionamento; l'unica differenza rispetto al modello precedente si denota azionando il pedale del freno, che, oltre ad azionare i pistoncini esterni posteriori, aziona il solo pistoncino interno anteriore sinistro (nel precedente modello venivano azionati entrambi i centrali anteriori), dando alla frenata un'ulteriore modulabilità e stabilità e facendolo assomigliare molto di più ad un impianto frenante tradizionale. A questo sistema è possibile abbinare l'ABS che ben si integra con il Dual CBS, e formando un sistema complicato, ma efficiente allo stesso tempo.


2010 - 2016


Honda VFR 1200F
Honda VFR 1200F

Il 2010 si apre con la messa in commercio della nuova Honda VFR 1200F.

Già nel 2009 correvano immagini di una moto molto più massiccia che faceva ipotizzare un aumento di cilindrata dello storico modello Honda, ma le innovazioni non si limitano solo alla cubatura. Il motore è totalmente differente da quelli precedenti, sia per angolatura (passata da 90° a 76°), per l'altezza, sia per il funzionamento. Riprende anche alcune soluzioni viste sul motore da 5 cilindri a V della RC211V che tanti successi ha raccolto in MotoGP.

Pur essendo aumentata la cilindrata, il motore 1200 risulta essere più compatto del vecchio 800 in senso longitudinale. Tale risultato si è ottenuto con l'adozione del sistema UNICAM precedentemente impiegato sulle Honda da cross.

Numerose le ulteriori soluzioni messe in campo dai motoristi Honda per questa versione.

Per diminuire le vibrazioni e dare più corposità al motore è stata prestata particolare attenzione alla sequenza con cui si innesca la combustione nei cilindri, mentre per migliorare la risposta del motore è stato introdotto, per la prima volta su una moto Honda, l'acceleratore elettronico TBW (Throttle By Wire); il sistema può scegliere l'angolatura della farfalla più adatta alla situazione, compatibilmente con lo stile di guida del pilota. Il rapporto di compressione è di 12:1 ed è stato introdotto il sensore di detonazione. L'impianto di scarico è stato corredato di una valvola che chiude uno dei condotti di uscita quando ci si trova sotto i 5000 giri aumentando la risposta del motore ai bassi regimi.

Sempre traendo ispirazione dalla MotoGP si trova il carter sigillato ed in depressione; il raffreddamento è a liquido. Non sono più presenti i doppi radiatori laterali caratteristici della vecchia versione ma bensì un classico radiatore frontale, mentre, al posto del radiatore dell'olio, vi è un sistema di "scambiatore olio-acqua".

Il motore risulta essere tra i più potenti della categoria: 173 Cv a 10.000 giri con una coppia di 116 N m già da 4000 giri ed un picco massimo di 129 Nm a 8750 giri.

Altra caratteristica evidente è la scomparsa della trazione a catena, sostituita da un più affidabile albero cardanico.

La Honda VFR 1200 FD è stata la prima moto al mondo ad essere proposta con cambio automatico a doppia frizione DCT (Dual Clutch Transmission). Tale sistema, ideato e brevettato da Honda, prevede 2 impostazioni di guida che possono essere scelte autonomamente dal pilota tramite un comando posto sul semi manubrio di destra: in posizione MT, le marce vengono selezionate con due pulsanti posti sul semi manubrio di sinistra, con i quali è possibile scegliere di passare ad un rapporto superiore o inferiore, mentre in modalità AT l'innesto delle marce avviene automaticamente secondo le impostazioni della relativa centralina. In entrambi i casi è stata verificata l'assenza di movimento del veicolo durante la cambiata dei rapporti, mentre, sulla versione con cambio tradizionale, i movimenti sono risultati limitati, ma molto più evidenti.

Esteticamente, la moto appare molto avveniristica e classica nelle linee, facendosi apprezzare anche tra piloti più maturi, come nel pieno concetto di Turismo sportivo aperto dalla VFR.

Al posto dei doppi fari anteriori presenti sulla precedente VFR 800, dove campeggiavano 4 lampade H7 e 2 lampadine di posizione, la nuova VFR ha un unico faro a X con 2 lampade H7 sovrapposte (una per l'abbagliante e una per l'anabbagliante), mentre le frecce sono passate dalla carenatura agli specchietti retrovisori.

Le fiancate si raccordano perfettamente con il serbatoio e sono prive di viti. La carenatura è a doppio strato e consente un passaggio d'aria fresca dalla zona anteriore alle gambe del pilota. La strumentazione è sempre digitale e molto simile a quella della VTEC, ove è stato aggiunto l'indicatore della marcia ed una spia di controllo della funzionalità del motore.

La posizione di guida risulta essere comoda sia per il pilota che per il passeggero, mentre i consumi risultano essere elevati ma in linea con la tipologia di moto.

Nell'ambito delle consuete attività di monitoraggio della qualità dei prodotti, Honda ha però identificato e definito un'attività di richiamo per un numero ristretto di questo modello 2010: a quanto sembra, in rare occasioni, particelle estremamente piccole di alluminio potrebbero aver ristretto il passaggio dell'olio motore nei condotti riducendone così la capacità di lubrificazione; per questo motivo la casa ha deciso di intraprendere tempestivamente una campagna di richiamo al fine di ispezionare tutti i veicoli potenzialmente interessati già consegnati, nonostante sembri che il problema abbia un tasso di occorrenza estremamente basso[1].

Dal 2012 la moto è stata equipaggiata del controllo di trazione TCS (Traction Control System) disinseribile attraverso un tasto posizionato sulla sinistra della carena/cupolino. Con tale aggiornamento, Honda ha risposto alle richieste di alcuni proprietari di VFR1200F che trovavano vuota l'erogazione del motore tra i 3.000 ed i 4.000 giri. L'aggiornamento ha riguardato anche la capacità del serbatoio benzina.


Versioni sportive


VFR750R - RC30
VFR750R - RC30

Alla fine degli anni ottanta veniva concepita la versione "cattiva" della VFR, che aveva caratteristiche tecniche applicate in funzione di un impiego sportivo della moto. Infatti, nel 1987 venivano presentate le versioni "R" (Racing), della VFR:

VFR400R - NC30
VFR400R - NC30

Entrambe le versioni differivano dal modello F (Factory) per avere il doppio fanale anteriore circolare, posizione di guida decisamente più sportiva, pedane arretrate e scarico posizionato a sinistra anziché a destra; il passeggero non poteva sedere sulla RVF, mentre sulla VFR400R era visibile un piccolo strapuntino sulla coda, ragion per cui questi modelli erano pensati per chi aveva intenzione di sfruttarli lontano dal traffico cittadino.

La versione da 400 cm³ non era disponibile in Italia se non tramite importazione parallela.

La colorazione era la classica HRC bianca, rossa e blu.


Versioni derivate


Nel 2010, la Honda presenta due nuove versioni da affiancare alla VFR1200F: la CrossRunner e la CrossTourer, la prima diversa nell'impostazione di guida ma comunque basata sul motore V4-800 cc della Vtec, e la seconda con caratteristiche di una "Adventure", ma con il motore V4 1200 della VFR1200F. In entrambi i casi, risalta la tipologia "Cross"; infatti il nome (Crossover), che doveva indicare una tipologia di moto, diventa una parte del nome dei due modelli


Honda Crossrunner (VFR 800 X)


La Crossrunner, è sostanzialmente una VFR 800 VTEC con una carrozzeria diversa, ma che resta in fondo una VFR; infatti, l'impostazione meccanica della moto riprende moltissimo dalla VTEC, adottando in pratica lo stesso motore, il telaio, il monobraccio, le sospensioni e i freni, limitandosi a cambiare solo lievemente le quote ciclistiche, le sovrastrutture, la strumentazione, lo scarico ed il tipo di frenata combinata; infatti, solo utilizzando il pedale del freno posteriore, si va ad azionare anche un pistoncino della pinza anteriore destra al posto dell'anteriore sinistra; questo è uno dei caratteri che differenziano la Cross Runner dalla VFR VTEC, dato che il Dual-CBS della Vtec viene sostituito dal C-ABS della 1200, che tra l'altro incorpora anche l'ABS di serie.

Concettualmente la moto riscuote notevole interesse, seppur la meccanica potrebbe suscitare qualche perplessità, dal momento è stata ripresa integralmente e senza alcuna modifica dalla Vtec, la nuova carrozzeria, dalle linee non proprio accattivanti al momento dell'uscita, diventerà poi punto di riferimento per i modelli successivi (NC, Integra...).

L'impostazione di guida è quasi analoga a quella di un'enduro, a partire dal manubrio alto ma completamente carenato, con un aspetto che ricorda il trend dei moderni scooter; la strumentazione si trova molto in alto, ed ha la possibilità di essere regolata per conferirle una migliore visibilità.

Il passeggero siede un poco più in alto del conducente ma, analogamente alla Vtec, ha comunque le maniglie per aggrapparsi ben a portata di mano e le pedane posizionate abbastanza in basso, posizione che comunque concede un discreto comfort a chi siede dietro.

Il motore è lo stesso della VFR VTEC serie 2006-2009, lievemente depotenziato, circa 5 CV in meno (dati ufficiali), ma con un rialzo della coppia massima: circa 500 giri in meno del regime di potenza massima, fissato a 10000 rpm.

Anche la trasmissione è identica a quella della Vtec, della quale mantiene gli stessi rapporti, mentre la velocità massima si attesta sui 215 kmh, in virtù della limitazione dei giri in 4^,5ª e 6ª marcia. km/h. Analoghe a quelle della VTEC sono le sospensioni, sempre di impostazione sportiva, per cui tarate sul "rigido", l'escursione, che inizialmente sembrava maggiorata, rimane tuttavia la stessa, seppure non sia stata usata una forcella upside-down regolabile, forse in un'ottica di contenimento dei costi, ma le quote ciclistiche lievemente maggiori, regalano superiore agilità nel misto e maggiore facilità di guida rispetto al modello precedente, anche l'adozione delle piastre di sterzo sono identiche a quelle della VFR Vtec.

Lo scarico invece è basso, e questo fa sì da poter montare delle borse laterali senza preoccuparsi di poggiarle sul codino che, sulla VFR VTEC, incorporava i terminali, quindi con il rischio che, se non posizionate bene, rischiavano di bruciarsi.

Diverso è anche l'alternatore, storicamente il punto debole delle VFR, identiche invece le lampade del singolo faro anteriore, coppia di H7 sovrapposte, invece delle due separate del VFR.


Honda Crosstourer 1200 (Honda VFR 1200 X)


In un'ottica di diretta concorrenza alla tedesca BMW, è stata presentata anche una versione "adventure" della VFR 1200, che venne denominata Crosstourer. Questa moto, che si propone, in modo particolare, come diretta concorrente in un primo momento della BMW R1200 GS e della Ducati Multistrada 1200, e, successivamente, delle nuove KTM Adventure 1198 e Aprilia Caponord 1200, venne presentata al Salone EICMA di Milano nel 2010, mentre la sua introduzione sul mercato è avvenuta a partire dal 2011, diventando così non solo la prima motocicletta da enduro ad essere equipaggiata con un motore a 4 cilindri a V, ma anche la naturale sostituta della Varadero.

Inoltre, sono state messe in commercio, sia la versione dotata della trasmissione automatica a doppia frizione DCT, che quella dotata della versione a trasmissione manuale standard, sicuramente più adatta ad una guida su strade sterrate o comunque impegnative.

La rapportatura del cambio, rispetto alla VFR 1200 F, rimane inalterata mentre il motore subisce un ovvio ridimensionamento della potenza (circa 40 CV in meno), eliminando anche lo scambiatore acqua/olio; inoltre viene anche ridotto di 1 cm il diametro dei collettori di scarico che passano da 38 mm a 28 mm, così da permettere una coppia superiore a quella della VFR 1200 F ma fino ai 6000 rpm, range di maggiore uso del motore per questa categoria di moto.

Il passo viene lievemente aumentato e viene dotata dall'origine del sistema Traction Control (disinseribile) per evitare che la potenza della moto, già presente a regimi più bassi rispetto alla F, possa innescare impennate non desiderate da utenti meno esperti.

Riguardo all'impianto frenante, rispetto alla VFR 1200 F, la Crosstourer monta anteriormente delle pinze freno flottanti a 3 pistoncini con pastiglia singola. Ovviamente, per coniugare sia un uso stradale (sebbene la velocità massima è autolimitata a circa 210 km/h), che un uso in fuoristrada, la frenata è stata resa meno aggressiva della VFR 1200 F.

I consumi, rispetto alla VFR 1200 F, restano sostanzialmente invariati, ma cresce l'autonomia, dal momento che la Crosstourer monta un serbatoio più grande di ben 22,5 litri reali.


Note


  1. Honda VFR1200F: richiamo in Italia per 165 moto

Altri progetti



Collegamenti esterni


Portale Moto
Portale Trasporti

На других языках


[de] Honda VFR

Die Honda VFR-Baureihe ist eine Motorradbaureihe den japanischen Herstellers Honda. Sie umfasst Supersportler, Sporttourer und seit 2011 auch Reiseenduros, die von V-Motoren mit vier Zylindern angetrieben werden. Frühe Modelle werden auch mit VF oder RVF bezeichnet. Hierbei steht das V für die Zylinderanordnung, das F für „four“ (die Anzahl der Zylinder) und das R für „race“, sofern es sich um ein eher sportlich orientiertes Modell handelt.

[en] Honda VF and VFR

The Honda VF and VFR series is a range of motorcycles first introduced in 1982 by Honda featuring V4 engines (hence the "VF" prefix).

[fr] Honda VFR

Moto routière sportive, la VFR[Laquelle ?] de la gamme Honda s'est vu attribuer le titre de « reine des motos » par certaines critiques journalistiques. Sa fiabilité, sa qualité de finition et sa neutralité de caractère en font une moto renommée. Elle utilise des moteurs à quatre cylindres en V d'une cylindrée variant de 400 à 1 200 cm3. Ces moteurs sont dérivés de ceux des Honda VF750C dès 1982[1] eux-mêmes dérivés des NR500 de compétition (1979 à 1981)[2]. L'architecture en V constitue un bon compromis entre la performance d'un 4-cylindres en ligne et le caractère, les vibrations, la compacité d'un bicylindre.
- [it] Honda VFR

[ru] Honda VFR

Honda VFR — мотоцикл класса Спорт-турист, производимый компанией Honda с 1986 года. На данный момент выпущено 8 поколений этой машины. Все версии продавались под торговой маркой «Interceptor» в США, и «VFR» в Европе и Японии. VFR считается во всем мире одним из лучших представителей своего класса.



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