Nel 1983, al motosalone di Milano, venne presentato dal gruppo Guzzi-Benelli un nuovo tipo di propulsore 125, destinato a sostituire il vecchio 125 utilizzato sulle piccole di Mandello nate 10 anni prima.
Il nuovo motore presentava innovazioni quali l'aspirazione regolata da lamelle, la lubrificazione separata, il raffreddamento a liquido e il manovellismo con contralbero antivibrazioni.
La ragione del ritardo nell'utilizzo del motore è da attribuirsi all'eccessivo protrarsi della messa a punto, che rese possibile il suo utilizzo solo due anni dopo sulla 125C e sulla 125TT (tutto terreno).
Nel novembre 1985 la 125C venne presentata al motosalone di Milano e, il mese successivo, fu resa disponibile al pubblico.
La Guzzi, sul suddetto motociclo, ha cercato di portare le caratteristiche dello stile "yankee" delle California (catarifrangenti posti sui lati degli indicatori di direzione, sellone a due livelli e serbatoio a goccia) alla portata dei più giovani: impresa non propriamente riuscita dato che, di questo modello, si è quasi del tutto perso traccia: persino nel museo storico della Moto Guzzi a Mandello del Lario non è possibile trovarne una.
Fu commercializzata anche con il marchio Benelli: battezzata 125 Cs, rimase a listino sino al 1991[1].
Caratteristiche
Venduta ad un prezzo iniziale di 3.681.000 lire, IVA compresa (l'ultimo prezzo di listino, nel 1995 era di 5.341.000 lire), la dotazione di serie comprendeva due borse laterali in plastica rigida, un vano sottosella ed il parabrezza.
La strumentazione era composta da tachimetro, contagiri, contachilometri, le spie delle frecce, una spia per la bassa tensione della batteria, una per la bassa pressione dell'olio, una per la temperatura dell'acqua, le spie delle luci di posizione e delle luci abbaglianti e, per finire, la spia del folle.
Caratteristiche tecniche
Caratteristiche tecniche - Moto Guzzi 125 C del 1986
Dimensioni e pesi
Ingombri (lungh.×largh.×alt.)
2060 × 790 × 1190 mm
Interasse: 1380 mm
Massa a vuoto: a vuoto 110 kg
Serbatoio: olio 0,75 litri, benzina 11 litri
Meccanica
Tipo motore: monocilindrico 2 tempi a corsa corta con lubrificazione separata e pompa miscelatrice meccanica
Raffreddamento: a liquido permanente con pompa di circolazione
Cilindrata
123,15 cm³ (Alesaggio 56 x Corsa 50 mm)
Distribuzione: regolata dal pistone
Alimentazione: carburatore Dell'Orto PHBL 25 con ammissione a valvola lamellare
Potenza: 20 cv a 8.000 giri/min
Coppia: 1,37 kgm a 7.000 giri/min
Rapporto di compressione: 11,5:1
Frizione: multidisco in bagno d'olio, 5 condotti, 6 conduttori
Cambio: sequenziale a 6 marce (sempre in presa),
Accensione
elettronica a scarica capacitiva, batteria 12V - 6Ah
Trasmissione
primaria a ingranaggi elicoidali, finale a catena
Avviamento
kick-starter
Ciclistica
Telaio
in tubi d'acciaio a doppia culla chiusa
Sospensioni
Anteriore: forcella teleidraulica con steli Ø 35 mm ed escursione da 140 mm / Posteriore: forcellone oscillante con monoammortizzatore idraulico regolabile "Mono-System"
Freni
Anteriore: a disco forato Ø 260 mm a comando idraulico con pinza Brembo e supporto fisso / Posteriore: tamburo centrale Ø 158 mm
Pneumatici
anteriore da 80/100 x 16"; posteriore da 3,50 x 18"
Prestazioni dichiarate
Velocità massima
oltre i 115 km/h
Consumo
20,857 km/litro
Altro
Ruote
a razze in lega leggera
Fonte dei dati: Dati brochure casa 1986 - Motociclismo n.2444, marzo 1993
Curiosità
Come per parecchie Guzzi dell'epoca, anche sulla 125C era necessario attendere qualche minuto prima di ingranare le marce, dato che la frizione "non attaccava" a freddo."Motociclismo" del gennaio 1987 e "Tuttomoto" del settembre 1989, riviste sulle quali è possibile leggere delle recensioni sulla 125C. In alto a sinistra, uno stampato della Moto Guzzi nel quale si illustrano le sue caratteristiche
Già nella prova di Motociclismo del 1987, i comandi dell'americanina erano ritenuti obsoleti e poco precisi: capitava spesso che la spia del folle si accendesse pur con la prima ingranata.
Per la linea e lo stile adottati, la scelta delle dimensioni delle ruote (ANT 16" POST 18") appare bizzarra: le custom, in genere, hanno la ruota più grande davanti e quella più piccola dietro.
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